La mortalità perinatale

Il termine MEF – Morte endouterina fetale viene utilizzato per indicare la morte del feto in utero che avviene dopo la 22ª settimana di età gestazionale e si distingue dall’aborto fetale interno, che avviene in età gestazionali anteriori. Dalla 28 ª settimana fino ai 7 giorni di vita si parla di mortalità perinatale.

Il fenomeno presenta un’epidemiologia con notevoli differenze geografiche. Dei 2,6 milioni di morti in utero che avvengono ogni anno nel mondo durante il terzo trimestre di gravidanza, il 98% dei casi riguarda donne che vivono in Paesi a basso e medio sviluppo.
A livello di analisi dei dati occorre ricomprendere il fenomeno della morte perinatale nel quadro più ampio della mortalità infantile. L’ISTAT segnala che in Italia ogni giorno muoiono 6 bambini di cui 3 in periodo perinatale e le cause sono riferibili essenzialmente a due macro aree: le affezioni di origine perinatale (48%) e le malformazioni congenite (24%); inoltre l’età sempre più avanzata nella quale le donne arrivano alla maternità rappresenta un ulteriore fattore di rischio rispetto alla possibilità di generare un figlio sano e di portare a termine la gravidanza, con un tasso di aumento del rischio di aborto spontaneo che cresce esponenzialmente all’aumentare dell’età della madre.

 

LE CAUSE

Fra le cause individuate dall’OMS come responsabili di questo tipo di decesso abbiamo, in ordine di importanza:
• Complicanze del parto
• Infezioni della madre durante la gravidanza
• Patologie della madre, specialmente ipertensione e diabete
• Ritardo di crescita del feto
• Malattie congenite

Per cercare di capire la causa della morte spesso si ricorre all’esame autoptico del feto e degli annessi quali il cordone ombelicale, la placenta, le membrane e dallo studio dei disordini metabolici. Ci sono però casi in cui le morti perinatali risultano inspiegabili alla luce della storia clinica della madre e della gravidanza e in cui gli esami non sono in grado di determinare con certezza la causa dell’evento. Queste morti “senza spiegazione” sono spesso fra le più difficili da affrontare per i genitori.

 

ENGLISH VERSION

The term MEF: the fetal death intrauterine is a term that is used to indicate the death of the fetus in the womb after the 22th week of pregnancy and it distinguishes itself from the internal fetal miscarriage that happens in previous time. From the 28th week to 7th day of life we talk about perinatal mortality.

This phenomenon represents an epidemiology with remarkable geographic differences. Of the 2,6 million of miscarriage in the womb that happened every year in the world during the third trimester of pregnancy, the 98% of the case are about women that lives in countries with low or medium development.

On the analytical level of the data it’s important to understand the phenomenon of perinatal mortality in the category of infant mortality. ISTAT says that in Italy every day six kids die, three of them are in the perinatal period and the causes are due to two large scale areas: the perinatal infirmity (48%) and congenital malformation (24%). Also the age that women get pregnant is another factor for having a healthy child and be able to carry the pregnancy to term, the risk of having a spontaneous abortion increase with the increase in age of the mother.

THE CAUSES

The causes found by the OMS responsible of this kind of death we have, listed in order of importance:
• Complications during the delivery
• Infections of the mother during the pregnancy
• Pathologies of the mother, especially hypertension and diabetes
• Slow growth of the fetus
• Congenital diseases.

To try to understand the cause of death there’s different exams done on the umbilical cord, the placenta and the membranes. They also study any metabolic disorders and often there’s an autopsy examination of the fetus. They are, though, cases where the perinatal death are unexplainable looking at the medical history of the mother and the pregnancy and exams can’t determinate the cause of the event. These death “without reason” are often the hardest to face for the parents.

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