ABC della psicopatologia – CP

Il testo è un vademecum per l’esplorazione, indivduazione e cura dei disturbi mentali da parte di operatori nella cura della persona, anche non psicologi di formazione.

Autore: Mariangela Falabella
Edizioni: Ma.gi. (2001)
Scheda elaborata da Chiara Pardi

La predisposizione all’ascolto e all’intuizione globale sono indispensabili nelle relazioni di aiuto: classificazioni, schemi descrittivi e interpretativi, indicazioni terapeutiche… del testo vanno utilizzati in modo sapiente e flessibile.

Classificazione dei disturbi

1) DSM – IV (diagnostic and statistical manuaI of mental disorders): distingue cinque assi (da I a V) basandosi su condizioni sia mediche che di contesto ambientale e sociale;
2) Modello della psicologia classica distingue tre ambiti: nevrotico, psicotico, borderline.

Criteri per orientrasi nella diagnosi

a) Funzionamento dell’Io:
mediazione tra istanze interne-mediazione con la realtà-esame di realtà-immagine congruente di di sè (rilevabili da orientamento spazio temporale, canalizzaizone delle pulsioni, tolleranza delle frustrazioni, percezione in generale).
b) Relazione con la realtà: consegue da a).
c) Stili difensivi: esprimono il livello di gravità della patologia, sono evolti nel nevrotico e primitivi nello psicotico.
d) Aree di funzionamento globale della persona: area affettiva, area professionale, area della cura di sé (asse V del DSM contiene una scala di valutazione).
L’intervista strutturale di Kernberg permette di collocare la persona in uno dei tre ambiti.
Tecniche utilizzate: chiarificazione, confrontazione, interpretazione. Il nevrotico riesce a sostenerle tutte, mentre lo psicotico ha difficoltà in tutte. La persona borderline ha difficoltà con interpretazione ma riesce ad affrontare la chiarificazione e talvolta la confrontazione.

Area nevrotica

Concezione psicodinamica: la nevrosi è originata da un conflitto inconscio. La sintomatologia produce un soddisfacimento parziale e indiretto della pulsione.

Disturbi nevrotici

a) Disturbi d’ansia dell’asse I.
b) Disturbi somatoformi dell’asse I.
c) Disturbo istrionico di personalità dell’asse II.
d) Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità dell’asse II.
Esame di realtà e funzionamento dell’Io sono conservati, la sofferenza è cosciente.
Stili difensivi prevalenti: rimozione, formazione reattiva, negazione, annullamento, razionalizzazione.

Area psicotica

Ripiegamento all’interno con caduta della relazione con la realtà.

Disturbi psicotici (Asse I)

a) schizofrenia,
b) disturbo schizofrenifrome,
c) disturbo schizoaffettivo,
d) disturbo delirante,
e) disturbo psicotico breve,
f) disturbo paranoide di personalità.
Area caratterizzata da derealizzazione e depersonalizzazione, disorientamento spazio-temporale, funzioni dell’Io disgregate, gravi problemi relazionali, manca senso di continuità del sé, non si ha consapevolezza dei disturbi.
Stili difensivi prevalenti: scissione, proiezione.

Area borderline

Area di confine, non c’è concordanza su quali disturbi rientrino. Esempi:
a) disturbo depressivo maggiore,
b) disturbo narcisistico di personalità,
c) disturbo del’alimentazione,
d) disturbo antisociale di personalità,
e) tossicodipendenza.
In generale sono borderline disturbi in cui alcune funzioni principali della persona sono conservate e altre compromesse. Sono utilizzati stili difensivi sia nevrotici che psicotici.
Approfondimenti diagnostici e caratteri di intervento.
Chi opera sul disagio psichico deve esplorare elementi per la diagnosi, la prognosi e la cura e seguire un modello coerente per la raccolta di informazioni conseguente ai criteri definiti sopra.
a) Da quanto tempo sono presenti i sintomi: → tipo di disturbo e gravità.
b) Circostanze di insorgenza: → chiave di comprensione del disagio.
c) Altri indizi di malessere psichico precedenti: → quadro evolutivo.
d) Altri percorsi terapeutici: aspettative, frustrazioni, resistenze.
e) Strategie finora utilizzate dalla persona: → strategie da potenziare o da disinnescare.
f) Contesto relazionale: fattori di disturbo e risorse esterne.
g) Analisi della domanda: → aspettative, motivazione, autonomia.
Occorre quindi formulare un piano di intervento che specifichi metodo e obiettivi.
Scelta del tipo di psicoterapia: in generale si distingue tra terapia espressiva e terapia supportiva.
Terapia espressiva: disturbi dell’area nevrotica, di solito con approccio psicodinamico;
la persona deve esser in grado di lavorare con le interpretazioni e rielaborare il conflitto.
Terapia supportiva: disturbi dell’area psicotica, quando è a rischio l’integrazione dell’Io. Il terapeuta sostituisce l’Io del paziente, occorre ricostruire il rapporto con la realtà.
Nei casi borderline si usa una terapia supportivo-espressiva.
Si sceglie il tipo di approccio più adatto al disturbo e al contesto specifico
Gli approcci più condivisi sono quello psicodinamico e quello sistemico.

Approccio psicodinamico

1) Modello strutturale delle pulsioni (Freud): favoriree processo di consapevolezza e rielaborazione delle istanze interiori.
2) Modello delle relazioni oggettuali (Klein): favorire il processo di seprazione-individuazione, consilidando oggetto buono interno.
3) Modello della psicologia del Sé (Kohut): favorire una rappresentazione del Sé stabile, organizzata, coerente e integrata.
Occorre esplorare le dinamiche interne, la gestione delle pulsioni, la forza dell’Io, il tipo di relazione oggettuale interna e la rappresentazione del Sé.
Approccio sistemico- relazionale: intervento centrato sul sistema (ad esempio la famiglia) e non sull’individuo. L’individuo è inserito in unsistema che ha regole disfunzionali e ne rappresenta il “capro espiatorio”. La famiglia disfunzionale può, agli estermi opposti, essere “invischiata” o “disimpegnata”. Occorre valutare adattabilità e coesione (Olson): una famiglia funzionante ha capacità di adattare le regole al ciclo vitale, pur mantenendosi unita e definita.

Obiettivi terapeutici

1) sostituire regole disfunzionali con quelle funzionali,
2) favorire individuazione dei membri,
3) promuovere getione costruttiva delle crisi,
4) definire confini chiari e precisi,
5) favorire comunicazione circolare e diretta,
6) favorire gli scambi all’interno e all’esterno del sistema,
7) favorire il raggiungimento dell’equilibrio tra bisogno di appartenenza e bisogno di libertà.
Dopo questa introduzione il testo esamina ordinatamente i principali disturbi di ciascuna area, distinguendo per ciascuno criteri diagnostici, approfondimenti diagnostici e ipotesi di intervento terapeutico.

I disturbi sono raggruppati nella seguente casistica

1) disturbi d’ansia,
2) disturbi somatoformi,
3) disturbi dell’alimentazione,
4) disturbi di personalità,
5) schizofrenia e disturbi psicotici,
6) disturbi dell’umore.
Non si può che rimandare al testo per la trattazione.

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Chiara Pardi – who has written posts on Corpus In Fabula.