Le classi di bioenergetica: pratica di gruppo, alla scoperta del benessere

La bioenergetica è la via vibrante alla salute e la via alla salute vibrante – Alexander Lowen, A way to vibrant health – 1979.

gruppoBioen Nelle classi di bioenergetica i partecipanti svolgono una sequenza di movimenti, finalizzati a facilitare i processi di carica e scarica di energia corporea.

La pratica bioenergetica è svolta in gruppo (classi) per un preciso motivo. Il gruppo è “contenitore acritico”, offre sostegno e sicurezza, è un luogo in cui poter riconquistare la propria espressività. Inoltre in quanto insieme di corpi diviene veicolo di trasmissione dell’energia dal singolo al gruppo. Recentemente, questo fenomeno ha trovato una spiegazione scientifica nel principio della risonanza quantistica.

In fisica quantistica due elettroni con frequenze di oscillazione proprie, quando entrano in connessione tra loro, riorganizzano il proprio campo energetico in modo da assumere la medesima frequenza di oscillazione.

Allo stesso modo una persona all’interno di un gruppo, aperto e disponibile, riesce a raggiungere livelli di esplorazione della propria esperienza somatica più profondi per effetto della risonanza con il gruppo che lavora con lei. È come se la persona sentisse risuonare dentro di sé delle note a cui prima era del tutto sorda. La circolazione dell’energia diventa visibile grazie alle piccole vibrazioni muscolari che sorgono spontaneamente in seguito alla buona esecuzione dei movimenti stessi. Facilmente si può osservare, durante le classi, che la vibrazione del primo influisce ed accelera l’insorgere delle vibrazioni negli altri componenti del gruppo, anche nei neofiti ai loro primi incontri.

Risonanza morfica – Il biologo Rupert Sheldrake ha sviluppato la teoria dei campi morfici secondo cui se un certo numero di organismi sviluppa alcune proprietà comportamentali, psicologiche o anche organiche, queste vengono automaticamente acquisite, per un fenomeno detto risonanza morfica, dagli altri membri dello stesso gruppo o della stessa specie. Così il corpo morfico individuale può essere trasmesso e ricevuto da altri campi simili.

Il raggiungimento di un buono stato di vibrazione del corpo è uno degli obiettivi del lavoro bioenergetico nelle classi. Questo stato favorisce l’emersione delle emozioni in esso trattenute. Ogni emozione trattenuta crea tensione, che si traduce in tensione muscolare dal punto di vista somatico e ansia dal punto di vista psicologico; ogni emozione non espressa aumenta il livello di stress percepito.

Esistono due tipi di tensioni: “di stato” e “di tratto”.

  1. Le prime – le tensioni “di stato” – si sviluppano in noi per cause ravvicinate, nel tempo e nello spazio: causano evidente dolore, disagio e affaticamento.
  2. Le seconde – quelle “di tratto” – costituiscono l’insieme delle tensioni, ormai cronicizzate e inconsapevoli

La ripetuta esposizione a uno stimolo comporta l’allontanamento dell’attenzione attiva da esso, la sua presenza diviene silente e si allontana dalla consapevolezza, pur continuando ad influire sul comportamento. La percezione e la risposta da parte dell’organismo allo stimolo rientra nel fenomeno dell’abitudine, divenendo automatica, che formano la nostra personalità. La pratica bioenergetica consente di sciogliere le tensioni di stato, agendo contro lo stress, e di entrare in contatto con le tensioni di tratto. Per questo motivo le classi possono essere anche un ausilio al percorso psicoterapeutico, in cui i vissuti emotivi che possono emergere durante la pratica di gruppo trovano accoglienza e contenimento.
Un corpo vibrante è un corpo libero da tensioni. La vibrazione subentra allo sciogliersi della tensione, che è la reazione fisica ad un conflitto interno. Per questo motivo allentare le tensioni muscolari significa porre le basi per una vita migliore, più vibrante, quindi più sana. Sentire il nostro corpo conduce al sentire la nostra vitalità emotiva.

Nella nostra società il corpo è inteso come una macchina: è “sano” se è capace di prestazioni, di sopportare carichi, stress, sollecitazioni. Secondo la bioenergetica un corpo è sano se, in contatto con i vissuti interiori, agisce in armonia con essi. Concedersi un momento di contatto profondo con la vitalità presente in ciascuno di noi assume un’importanza rilevante.

Joseph Goldstein spiega che in una persona sana l’effetto di un atto si propaga all’intero organismo. Al contrario, per effetto di una corazza caratteriale, quest’ultimo sarà governato da blocchi e alcune o molte sue parti saranno separate, private della capacità di lasciar scorrere le informazioni tra loro.

Che le braccia non sentano la rabbia che emerge dal fegato, perché altrimenti agirebbero; che la mente non senta il dolore nel cuore, perché altrimenti prenderebbe delle decisioni. (Marchino, Mizrahil, 2012).

L’inibizione dell’espressione fisica di un’emozione porta alla contrazione di quei muscoli coinvolti nel gesto. Lowen descriveva, ad esempio, che l’irrigidimento del bicipite che già si stava contraendo per dare forza all’attacco poteva racchiudere l’inibizione della rabbia. Per uscire dalla situazione stressante è necessario trasformare uno stimolo negativo in una qualche forma di attività, anche se:

Nel nostro contesto sociale è necessario trovare dei metodi di attivazione che non siano direttamente indirizzati alla distruzione dello stimolo negativo. Infatti non possiamo uccidere il nostro capo o il nostro partner perché ci stressano ma – con gli stessi gesti, con la stessa intensità emotiva, e tuttavia in modo simbolico – possiamo scaricare il nostro stress all’interno di un contesto protetto. (Marchino e Mizrahil, 2004).

Ogni blocco corrisponde ad una alterazione del senso della realtà: questa alterazione nella conoscenza del mondo intorno a noi avviene sulla base di preconcetti che hanno una struttura:

  • somatica (tensioni),
  • energetica (emozioni),
  • psichica (catalogazioni).

Sciogliendo i preconcetti permetteremo all’ambiente di trasmetterci la sua verità così come è nel qui e ora. (Marchino e Mizrahil, 2004).

Nelle classi si agisce sulle basi somatiche dei blocchi (tensioni muscolari che trattengono le emozioni non ammesse, non accettabili o semplicemente non volute), per dissolvere anche i blocchi di livello superiore (pensieri). In tal modo ancoriamo il nostro vissuto (emozioni, pensieri e relazioni) alla realtà, al nostro sentire e al momento presente.
Lo scioglimento di un nodo (blocco) implica l’integrazione delle memorie emozionali, cognitive e corporee. Ciò che ricordano le gambe e il cuore si coniuga con ciò che ricorda la neocorteccia.
La conseguenza naturale dello scioglimento dei blocchi è un altro importante risultato cui conduce il lavoro bioenergetico. Questo si traduce in un miglior radicamento, ovvero l’aumento della capacità personale di “stare con i piedi per terra”, che nella vita quotidiana si traduce in saper meglio gestire la relazione con noi stessi e con gli altri.

La pratica bioenergetica costituisce un ottimo lavoro di prevenzione del malessere psicofisico e di promozione del benessere: recuperiamo più energia a favore della gioia di vivere.

Nel 2012 sono stati pubblicati i risultati di una ricerca svolta presso il centro I.P.S.O. –  Istituto di Psicologia Somatorelazionale di Milano. È stato somministrato un questionario di autovalutazione ai partecipanti dei laboratori di pratica bioenergetica. A ogni intervistato è stato chiesto di valutare il proprio sentire prima e dopo ogni sessione di lavoro. Lo stato dell’essere valutato comprendeva valutazioni sullo stato fisico ed emotivo. In particolare le sensazioni fisiche analizzate sono: respiro corto, stanchezza, nervosismo, indolenzimento, rigidità e senso di radicamento; gli stati emotivi sono invece rabbia, tristezza, calma, senso di libertà, fiducia e vitalità. Su 249 questionari valutati è stato registrato un notevole mutamento della percezione del proprio stato dell’essere: prima delle sessioni di lavoro è riportato come negativo (“stato intermedio di stress fisico ed emotivo”), alla loro conclusione come positivo (“benessere” e “pieno benessere”) in più del 50% dei questionari. Nel caso delle sensazioni fisiche la percentuale sale al 75%.

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Tiziana Casazza – Psicologa e Psicoterapeuta Biosistemica, iscritta all’Ordine Lombardo degli Psicologi e all’albo degli Psicoterapeuti. Perfezionata in conduzione di gruppi focalizzati sulle dinamiche di gruppo. In formazione come Conduttore di classi di Bioenergetica e Counselor Somato-relazionale presso l’Istituto di Psicologia Somatica di Milano.
Formatrice e supervisione e psicoterapeuta di riferimento presso Corpus in Fabula.

Tiziana Casazza – who has written posts on Corpus In Fabula.